lunedì 24 maggio 2010

e siamo solo a lunedì

ma chi l'ha detto poi che lanciarsi in una vertigine sia sbagliato?

un box vetrato che attutisce tutto ciò che arriva da fuori e paradossalmente
amplifica ciò che vi è contenuto: ora.

In questo momento vicino all'ora di pranzo la fame aumenta ma è fame di conoscenza,
di esperienze da gustare fino all'ultimo goccio. Ti piaccio?
Ti immagino già, con lo zaino fatto in fretta e furia mentre giri per una città dal nome affascinante giocando con tutto ciò che incontri. Tu che infili tra i denti un filo d'erba, annusi quell'aria così tanto diversa da casa tua e ti senti libera. E sei bellissima.

Mi chiedo se davvero sia possibile tutto questo sentire impalpabile....trepidazione in un'attesa che potrebbe sconfinare nel limbo del non-fatto o del non-detto. Cosa c'è in fondo da attendere? Sorte o destino, scelta inconsapevole di azioni e parole che a loro volta ne portano altre ed altre ancora.
Loop mnemonico. Azione. Parola. Gesto. Sguardo. Sensazione.
E' necessario non scordarsi l'altro in tutto questo.

Ma la vertigine richiede una dose maggiore di spregiudicatezza ed il risultato alla fine non è così importante.

mercoledì 12 maggio 2010

Solo gli occhi.

Poteva essere tutto.
Un potenziale infinito della comunicazione umana.. Al di là del fatto che le piace e che non la capisce per niente.
Al di là del fatto che lei è ermeticamente chiusa. Centralmente stabile al suo interno, morbidamente instabile
all'esterno.
Imperscrutabile.

Restano gli occhi. La prima cosa sono gli occhi.

Si sono raccontate tutto con gli occhi. Tutto. Con gli occhi. Le parole sono superficiali.
A volte.
Sono diverse o forse uguali ma non possono saperlo. Tutto quello che sanno
è che si sono riconosciute, come, per cosa, quando, non è dato sapere e alla fine
non ci importa neanche più di tanto.

C'è stato un giorno in cui le loro lacrime sono uscite le une per l'altra, con l'altra, nell'altra.
C'è stato un giorno in cui qualcosa le ha unite ma non si sono ancora dette niente.

Ci si può DIRE senza parlare? Forse si...forse per loro è possibile. Sono due lettere
dell'alfabeto poco distanti tra loro, affinità elettive sottoforma di sguardi soltanto.

Non dobbiamo aver paura.

lunedì 3 maggio 2010

Non è di questo che voglio parlare.

Non è di questo no.
Neanche di cose serie, si fa per dire. Voi capite si?
Lo sforzo che una coccinella fa per volare, non sapendo che non potrebbe neanche.

Ci pensate voi? Dirglielo sarebbe ucciderla. Ed eccola, qui sulla mia mano
talmente grande che non capisce. Siamo così piccoli noi esseri umani nella
nostra infinita sete di autocompiacimento e oddiomiochebelvestitohaistasera e i biglietti per due in maxihotellusso tutto incluso.

Intanto la coccinella vola. Lei vola. L'uomo si affossa da solo.
Facciamo cambio?