mercoledì 29 febbraio 2012

Arte-terapia!

meditARTE

Info:
Indirizzo: Black Hotel - Roma, via Raffaele Sardiello 18

Orario: dalle 16 alle 23

Quota di partecipazione (cena inclusa)
47,00 euro

Per info e prenotazioni
sito web:www.oltre-confine.com
e-mail: meditarte@oltre-confine.com
Tel.: 366.4224150

Sabato 31 marzo 2012, presso il Black Hotel di Roma, la rivista Oltreconfine presenta meditARTE - Alchimia creativa, ribellione interiore ed evoluzione spirituale, un percorso di meditazione creativo, un viaggio di musica, colori e parole lungo i confini dell’anima «per risvegliarsi dai condizionamenti che negano la celebrazione, la condivisione e la creatività che naturalmente ci appartengono».
L’artista poliedrico Satvat terrà un workshop dal titolo Lo spirituale nell’arte, mentre il musicista e musicoterapeuta Paolo Avanzo, fondatore della biofonia, ci condurrà attraverso la magia sinestesica della musica, portandoci alla scoperta di del sé in altre dimensioni, «grazie all’alchimia prodotta dai suoni sulle energie interne all’uomo».
Infine, il noto ricercatore psichico e sensitivo Umberto Di Grazia, che ha dedicato la sua vita allo studio e alla sperimentazione dei fenomeni di confine della mente umana, terrà la conferenza Poesia del sogno, Sogno della poesia.
Durante l’evento saranno allestite le due mostre 10.000 Buddha – Officina di Risveglio di Stavat, e L’Alchimia del mito di Carmen Sorrenti. Alle ore 20.30 verrà servita una cena a base di piatti vegetariani.

Caos

Protection, Massive Attack.

Tornare dentro sè a cazzotti. Un pò come nel libro di Vinicio e di quel pugile...
Ri-percorrere la strada. Avanti-veloce.

Essere. Non mielificato, libero, attento. Imperfetto, finalmente.
Che poi, chi lo dice che la nostra parte peggiore SIA davvero la nostra parte peggiore e non la MIGLIORE? Per noi, s'intende. Spalmarsi in una relazione e dover rinunciare a qualcosa di sè perchè tu, si tu, sei semplicemente un pò più indietro. E sicuramente è stato il destino avverso nel tuo locus of control esterno che stride contro il mio locus of control interno. Psicologicamente opposte. Come il bianco ed il nero, o marroncino, che dir si voglia. Come lentiggini e nei.

La bilancia non è mai pari, sarebbe caos calmo ed il caos non deve esserlo.


E si passa da stronzi perchè dopo aver dato tutto - scusa, ho bisogno di stare con me, di darmi stimoli nuovi, per godere ancora dell'alba con me stessa e ciò che mi va di tenere accanto in quelle ore soltanto mie - non può essere semplicemente normale che questo accada.

Dare un dito, perdere un braccio o il proprio equilibrio. Pseudo-amore.

C'è soltanto questo in giro,

stare da soli
allora

non sarebbe un atto


di auto amore?

giovedì 24 marzo 2011

E di nuovo è primavera

Ci vogliono due palle così per mettere in pratica i valori che ci appartengono, quelli che abbiamo scelto per la nostra esistenza.
Bisogna andare anche contro sè stessi perchè in fin dei conti siamo tutti egoisti e stupidi, e quando diciamo di voler proteggere qualcun'altro in realtà vogliam proteggere noi stessi. E giù con la retorica, con l'ipocrisia.
Quarantenni con crisi adolescenziali che dovrebbero essere le prime ad aver cura degli altri, e non lo fanno mentre giurano di farlo. Ci si guarda negli occhi mentendoci per la poca voglia di crescere davvero perchè fa anche male e ci mette con la faccia nella nostra stessa merda. E dobbiamo chiederci cosa stiamo facendo.
Prima che sia troppo tardi. Prima di aver rubato anni e messo catene dove deve starci solo cielo.
Quando le persone bestemmiano Dio dovrebbero soltanto bestemmiare le persone che infangano quegli alti valori che professano mentre i gesti li smentiscono ogni volta.
Gualberto diceva "ci si ama troppo, basterebbe un pò meno". Sante parole, ma troppo spesso ci si dimentica che l'amore non è quello descritto dai poeti maledetti, dai romantici, dai cinici. L'amore è la cosa più concreta che esista. Non è nobile e non va per merito. In nome dell'amore si fanno le cose peggiori a chi diciamo di amare. Laviamoci la bocca, tutti quanti. Sforziamoci di comprendere la dignità.

venerdì 14 gennaio 2011

giusto per ricordare il senso della vita.

E' venuta così.
Da una vecchia amica che sa, senza bisogno di troppe stronzate. Tutti abbiam bisogno di essere riconosciuti, come esseri umani, come ciò che siamo davvero.
Per quanto possiamo essere consapevoli di noi sono gli altri il nostro specchio.

- Ciao! caffè?

Ci sono innumerevoli cose in un caffè...dai viaggi nei continenti lontani a riempir gli occhi di meraviglia...ai valori del lavoro e della giustizia comune per chi non ha neanche le scarpe...alle risate per riassaporare la vita che sta tutta quanta in un chicco solo.
Voi ci siete, io sono anche sola, ma voi ci siete. Sempre. Anche chi non vorrei che si affacciasse ogni tanto alla mia mente...ma ci siete tutti, liberi. Come me.

lunedì 24 maggio 2010

e siamo solo a lunedì

ma chi l'ha detto poi che lanciarsi in una vertigine sia sbagliato?

un box vetrato che attutisce tutto ciò che arriva da fuori e paradossalmente
amplifica ciò che vi è contenuto: ora.

In questo momento vicino all'ora di pranzo la fame aumenta ma è fame di conoscenza,
di esperienze da gustare fino all'ultimo goccio. Ti piaccio?
Ti immagino già, con lo zaino fatto in fretta e furia mentre giri per una città dal nome affascinante giocando con tutto ciò che incontri. Tu che infili tra i denti un filo d'erba, annusi quell'aria così tanto diversa da casa tua e ti senti libera. E sei bellissima.

Mi chiedo se davvero sia possibile tutto questo sentire impalpabile....trepidazione in un'attesa che potrebbe sconfinare nel limbo del non-fatto o del non-detto. Cosa c'è in fondo da attendere? Sorte o destino, scelta inconsapevole di azioni e parole che a loro volta ne portano altre ed altre ancora.
Loop mnemonico. Azione. Parola. Gesto. Sguardo. Sensazione.
E' necessario non scordarsi l'altro in tutto questo.

Ma la vertigine richiede una dose maggiore di spregiudicatezza ed il risultato alla fine non è così importante.

mercoledì 12 maggio 2010

Solo gli occhi.

Poteva essere tutto.
Un potenziale infinito della comunicazione umana.. Al di là del fatto che le piace e che non la capisce per niente.
Al di là del fatto che lei è ermeticamente chiusa. Centralmente stabile al suo interno, morbidamente instabile
all'esterno.
Imperscrutabile.

Restano gli occhi. La prima cosa sono gli occhi.

Si sono raccontate tutto con gli occhi. Tutto. Con gli occhi. Le parole sono superficiali.
A volte.
Sono diverse o forse uguali ma non possono saperlo. Tutto quello che sanno
è che si sono riconosciute, come, per cosa, quando, non è dato sapere e alla fine
non ci importa neanche più di tanto.

C'è stato un giorno in cui le loro lacrime sono uscite le une per l'altra, con l'altra, nell'altra.
C'è stato un giorno in cui qualcosa le ha unite ma non si sono ancora dette niente.

Ci si può DIRE senza parlare? Forse si...forse per loro è possibile. Sono due lettere
dell'alfabeto poco distanti tra loro, affinità elettive sottoforma di sguardi soltanto.

Non dobbiamo aver paura.

lunedì 3 maggio 2010

Non è di questo che voglio parlare.

Non è di questo no.
Neanche di cose serie, si fa per dire. Voi capite si?
Lo sforzo che una coccinella fa per volare, non sapendo che non potrebbe neanche.

Ci pensate voi? Dirglielo sarebbe ucciderla. Ed eccola, qui sulla mia mano
talmente grande che non capisce. Siamo così piccoli noi esseri umani nella
nostra infinita sete di autocompiacimento e oddiomiochebelvestitohaistasera e i biglietti per due in maxihotellusso tutto incluso.

Intanto la coccinella vola. Lei vola. L'uomo si affossa da solo.
Facciamo cambio?